Questo Blog è nato per sostituire il precedente (http://alsiva-alsiva.blogspot.com/) erroneamente cancellato per colpa mia. Ho tribolato 90 giorni con Blogger per riaverlo ma, non ci sono riuscita. Mi spiace perchè là c'era un anno di emozioni, paura, tristezza, ansia per quanto accaduto durante il terremoto che ha colpito L'Aquila. In quel periodo ho conosciuto tante di voi non solo virtualmente ma anche di persona grazie al Progetto Copertina che mai avrebbe visto la luce senza di voi. Grazie per la fiducia dimostrata nei miei confronti nell'inviarmi le copertine e i corredini. Grazie per avermi fatto conoscere tante belle persone e grazie di cuore a tutti coloro che vorranno visitare queste pagine.

giovedì 6 maggio 2010

DALLE COPERTE ABRUZZESI ALLA L'qA: IL PASSO E' STATO BREVE

L' LqA ha colpito anche me. Ne sono affetta dall'età pre-scolare quindi dai tempi dell'asilo (sono nata nel 1963 e i primi sintomi si sono manifestati già nel 1968 e mentre il mondo protestava in piazza io pure protestavo nel vicinato). Quando uscivo dall'asilo (andavo dalle "Coccie di pezza") non vedevo l'ora di tornare a casa, prendere i ferri, l'uncinetto e il gomitolo e fare il giro del vicinato (quel vicinato si chiamava "Ciccandun" cosa significasse non mi è dato sapere ancora oggi), costituito da 5 vedove: mia nonna, Za Mariannina, Za Minguccia, Za Teresina e Za Adelina (dovevi apostrofarle ZIA anche se non c'era alcun legame di sangue !!!) Mi facevo fare un giro per ciascuno, mia nonna me lo faceva senza protestare, le altre non mi cacciavano a pedate ma quasi: "Ho da fare" "Ti ci metti pure tu" "Va a giocare" "Torna a casa" "Ma non hai niente da fare?" "Torna domani" Ma io protestavo e non mi muovevo fino a che non mi avevano fatto un giro per ciascuno. Bei ricordi! Una parola però va spesa sugli accessori: i ferri erano di ferro (e pure arrugginiti!), solo color argento, tutti storti (chissà perchè?), ma il filato era il massimo. Dovete sapere che a Lanciano c'era un Lanificio che fabbricava le famose Coperte Abruzzesi. La lana era qualcosa di allucinante, roba da far venire il prurito pure a Polifemo e i colori listavano a lutto il letto o se proprio eri di buon umore sembrava di stare allo stadio. Queste coperte venivano tessute da grandi telai ed uscivano con una frangia appesa intorno ai 3 lati di circa 20 cm. Un pò di donne della città (comprese queste 5 vedove) legavano le frange a mò di nappine con i nodi del macramè e le rifilavano (come si fa con la frangia dei capelli).La ditta portava loro 10 coperte a sera e ritirava le 10 già pronte, al prezzo di 150 LIRE a coperta. Questo lavoro si faceva la sera dopo cena, una volta tolta la tovaglia dal tavolo si piazzava la coperta sul tavolo a mò di tovaglia e partendo da destra si iniziava la legatura delle frange, girando la coperta man mano che procedeva il lavoro. La gioia dei nipoti delle 5 vedove era ficcarsi sotto il tavolo e quindi sotto la coperta, là era buio e tu potevi fare la rissa col fratello, ma per piccola che eri e per grande che volesse essere il tavolo finiva sempre che tiravi la coperta, questa scappava dalle mani della nonna, scivolava a terra, tu uscivi dall'anfratto e prendevi le mazzate senza battere ciglio tanto la sera successiva lo rifacevi. Altro momento speciale era quando trafugavi la scatola di cartone posta sotto i piedi della nonna contenente i rimasugli del taglio della frangia (come quando cadono i capelli dal parrucchiere), questi erano pezzetti di filo di circa 5 cm. colorati (si fa per dire: nero, rosso, blù, verde, marrone e beige) e li buttavi sulla tua testa e su quella del fratello a mò di coriandoli. Iniziavi a starnutire, tossire (prime avvisaglie dell'asma che sarebbe arrivata di lì a poco), sputare (perchè per ridere ti finivano in bocca) e là prendevi di nuovo le mazzate perchè avevi sparso per la cucina (stò lavoro si faceva in cucina!!!) quest'immondizia che la nonna aveva fatto cadere con cura nella scatola posta sotto ai sui piedi e, che tu con balzo felino avevi sottratto ma con altrettanto balzo felino le avevi prese e zitta aspettavi la sera successiva visto che eri stata già PAGATA 2 volte per quella serata. Del resto tu eri la più grande. Avevi voglia a dire che tuo fratello ti aveva istigata!!! Non ti credeva nessuno! Questa ditta aveva quindi degli avanzi delle rocche usate che VENDEVA, erano gomitoLINI grandi come l'ovetto Kinder e lo spessore era quello del cotone n. 8, lana orribile che faceva rumore quando il filo sfregava sul ferro ed emanava un'odore stomachevole, veniva però usata per fare le coperte OLD AMERICA, piene di nodi dai colori ALLEGRI (?????????). Ne ho una appena mi riesce ve la mostro ottima per festeggiare ai prossimi mondiali di calcio se l'Italia dovesse vincere. Bei ricordi. Sono passati tanti anni, il lanificio ha chiuso, le 5 vedove sono morte tutte, i nipoti delle 5 vedove hanno ereditato una coperta OLD AMERICA per ciascuno, qualcuno se n'è andato anzitempo ed io sono ancora affetta da LqA ma sono felice così. Un pò mi manca quella lana, quel suo PROFUMO (?????), quella sua MORBIDEZZA (?????????), quei tempi e chi non c'è più.

1 commento:

Donna Lynne ha detto...

io ho una di queste coperte... molto antica
mia nonna l'ha portato con sè quando è emigrata negli USA, io l'ho riportato in italia quando mi sono trasferita qui 23 anni fa

è bordeaux e giallo oro
un po' usurato specialmente dove si piega sopra
ma ancora molto bello!